Una creación periodística de Luis Pedro Toni

Italia ko 3-2 con la Slovacchia: fuori dal Mondiale! Fantasisti a casa, vecchi in campo: il ct nel pallone

JOHANNESBURG (SUDAFRICA), 24 giugno – Laereo della vergogna e pronto, lItalia campione del mondo di Marcello Lippi lascia Sudafrica 2010 e torna a casa carica di disonore sportivo: sconfitta 3-2 dalla Slovacchia nello stadio glorioso di Invictus, lEllis Park di Johannesburg, dopo avere malinconicamente pareggiato le due gare iniziali con Paraguay e Nuova Zelanda. Fuori dopo il girone eliminatorio, ultima di un gruppo certo tra i meno impegnativi del mondiale, in virtù di un 3-2 firmato per gli avversari da una doppietta di Vittek, centravanti della sconosciuta formazione turca dellAnkara Gucu, e da una rete della riserva Kopunek su assist da fallo laterale. Mai davvero in partita, nonostante le reti della rincorsa nel secondo tempo di Di Natale e Quagliarella, la nazionale ha regalato una delle pagine più brutte della storia del calcio azzurro. E proprio la rincorsa e la metafora in chiave italiana di questo mondiale: nel cuore, a un passato luminoso e non replicabile a breve. Nel gioco, in punteggi che hanno sempre visto in vantaggio gli avversari, bravi a sfruttare la modestia attuale della squadra fu campione del mondo. A Città del Capo e Nelspruit la rimonta era riuscita, a Johannesburg no.

FORMAZIONE DISASTROSA – Anche perché Lippi, nella serata risultata poi delladdio suo e del capitano Cannavaro, ha clamorosamente sbagliato formazione: lui che e sempre stato bravissimo a tirare fuori il massimo dal materiale umano a disposizione. Ha per lennesima volta cambiato gli undici e lo schema rispetto a quella precedente. Ne e scaturito un primo tempo tragicomico, una situazione migliorata solo un po nella ripresa con linnesto di Pirlo e soprattutto Quagliarella: lattaccante meno utilizzato finora, sicuramente il più in forma e probabilmente il migliore in assoluto anche per qualità delle giocate. Non e bastato: scattano, forse tardivamente i processi (già contro i rugbysti mancati della Nuova Zelanda era apparso evidente che non cera motivo di sperare troppo), ma stasera e soprattutto il momento dellamarezza per luscita di scena da una manifestazione che poteva essere affrontata diversamente ma conferma sostanzialmente una cosa: il calcio italiano ha toccato un punto davvero basso della sua parabola. Scoccata lora della verità Lippi si era affidato in avvio a Rino Gattuso, uno che della sincerità in campo e fuori ha fatto il suo vessillo.

TRIDENTE SENZA SENSO – E per curare il mal di gol, un inconsueto tridente: Pepe, Iaquinta-Di Natale, di vaga estrazione udinese ma sicuramente più promettente di quelli con in campo Gilardino (in nazionale non segna dallautunno 2009, in assoluto dal 28 marzo 2010). In realtà pero in campo Pepe assumeva una posizione arretrata e davanti restavano solo Iaquinta e Di Natale. Si copriva, Lippi: evidentemente sentiva che gli avversari erano pericolosi oltre le previsioni. E purtroppo per gli azzurri, il ct aveva ragione: perche il pressing slovacco sui portatori di palla metteva sempre in ambasce gli azzurri,: così dopo un fuoco di paglia durato un paio di tiri di Di Natale e Iaquinta fuori non di molto, il primo campanello dallerme per Marcehetti suonava al 6 con un clamoroso errore di Hamsik (smarcato di testa da Vittek) dal dischetto del rigore. Sempre in anticipo sul pallone, gli slovacchi di Weiss inducevano Lippi a modificare continuamente schema e posizioni: a centrocampo, ad esempio, Gattuso passava a destra e Pepe a sinistra. Inutile, perche poi puntuale come sempre in questo mondiale arrivava lingenuità che portava gli avversari in vantaggio: al 25 De Rossi disimpegnava male su Montolivo (peraltro tuttaltro che tonico), Kucka interveniva e toccava in profondità per Vittek che di destro incrociava e metteva in rete. La disfatta si configurava e gli azzurri sembravano un pugile suonato al centro del ring: con la Slovacchia che menava senza pero trovare il colpo del ko. Ma il tiro di Strba da lontano al 35 con Marchetti bravo a deviare in angolo e la botta di Kucka al volo al 46 (palla fuori di pochissimo) in prospettiva italiana non erano certo un bel vedere. Come la derapata che al 47 costringeva Montolivo, servito in buona posizione da Di Natale, a calciare in maniera grottescamente inoffensiva.

IL SECONDO TEMPO NON BASTA – Nella ripresa Lippi inseriva Maggio e Quagliarella al posto di Criscito e Gattuso. Di Natale scialava in avanti con le poche occasioni che gli capitavano, Iaquinta falliva di testa da pochi passi: e così il ct puntava forte su Pirlo che rientrava dallinfortunio al polpaccio. Quagliarella regalava lillusione del pareggio su un cross di Pepe deviato corto dal portiere (sul tiro del napoletano Skrtel salavava sulla linea) , ma Vittek gelava le speranze italiane al 28 anticipando linguardabile Chiellini su cross di hamsik e realizzando il 2-0. La reazione italiana era tutta di nervi: Quagliarella indovinava al 35 lo scambio con Iaquinta e tirava dal dischetto del rigore, il portiere respingeva male e Di natale finalmente realizzava a porta vuota. Ma grazie a un assist su fallo laterale (roba che non si vede più neanche alloratorio) Kopunek infilava ancora la porta di Marchetti. Discorso qualificazione chiuso, nonostante il gol del 3-2 su delizioso cucchiaio di Quagliarella al 47: una prodezza che serviva più ad alimentare i rimpianti che le illusioni.Redazzione e foto da Tutto Sport,Italia